Non prendete la vita troppo sul serio comunque vada non ne uscirete vivi

imagesSui tavoli immersi in bicchieri delusi, si pavoneggiano inutilmente spenti tovaglioli sfoggiati a ventaglio. Tutto è desolatamente opaco, sono l’unico cliente di un anonimo ristorante nei pressi di Iesi, in un’uggiosa giornata lavorativa di mezza settimana. Mi tornano in mente le pause pranzo condite dal vociare rumoroso e volte allegro degli operai, si miscelava con l’atteggiamento distaccato dei rappresentanti di commercio, assorti nelle notizie dei loro giornali (faccio parte di questa categoria) e nei pomposi discorsi di vanitosi dirigenti d’azienda, contornati da collaboratori abulici e consenzienti. Ciò sembra sia finito, dissolto, tutti svaniti, divorati dalla feroce tigre, la crisi economica, secondo molti la più grave dalla guerra. Poggiati sul tavolo l’immancabile tablet e oggi il libro di Grammelini, ancora alcune pagine e lo concludo. Una buona lettura, toccante, una stoccata al cuore. E’autobiografico, tratta la storia di un figlio cui per lunghi anni è sottratta la verità sulla morte della madre, accaduta quando lui aveva solo nove anni. “Fa Bei Sogni” sviscera le paure, il coraggio nell’affrontare la vita, il perenne conflitto con l’atavico mostro nascosto nel profondo di tutti non da tregua estenuando la nostra esistenza fino a straziarla. Solo quando l’avremo sconfitto faremo pace con noi stessi e le nostre realtà diverranno sicuramente più vivibili. Se non l’avete letto, ve lo consiglio.
Come un uccello il pensiero migra su mio figlio, un buco nero, soprassiedo. Non evoca situazioni piacevoli, un gravoso cruccio, è la massa critica del mostro rifugiato in me, con il quale non ho ancora conseguito nessun armistizio.
Matura prepotente quello del mio babbo, defunto da troppi anni, è vero gli è successo in età avanzata, colpa mia, sono nato troppo tardi, quando lui aveva già cinquantadue anni. Una brava persona mio padre, gran lavoratore, onesto, discreto e silenzioso come il volteggiare di una farfalla. In un giorno di marzo se né andato senza recare disturbo a nessuno. Lasciandomi nell’essenziale un vuoto crescente. Non sono riuscito a godermelo come avrei voluto e forse anche meritato.
Infrange i miei pensieri una donna alta, bionda, senza dubbio bella, probabilmente è la titolare. In un accento vagamente straniero, con un sorriso coinciso e di circostanza mi saluta proponendomi i piatti del giorno; declino la proposta optando per un fuori menù; un filetto al pepe verde e patate al forno. Accendo il tablet controllo se ci sono nuove e-mail, ne trovo una di poco conto, è di quell’infame di Passecchia, uno senza coglioni, è il responsabile vendite dell’azienda in cui lavoro, la ignoro è sicuramente una sciocchezza. Inizio a leggere il libro, la televisione accesa mi distrae, vedo inquadrato un viso, vistose rughe lo solcano mettono in risalto la stanchezza, la sofferenza di un uomo; Josef Ratzinger il Papa dimissionario. Un gesto apparentemente coraggioso il suo con il quale ha voluto bloccare il diffuso malessere presente nella chiesa. Evidentemente la bolla stava scoppiando, pungolata dalle troppe lotte di potere, coinvolta anche una lobby di cardinali gay, si parla persino di riciclaggio milioni di euro fluirebbero incontrollati nelle casse dello Ior, l’opulenta banca vaticana. Il mio dubbio è, Ratzinger si è dimesso per sua volontà oppure è stato costretto essendo custode di scabrosi segreti così esponendosi suo malgrado a feroci ricatti?
L’interrogativo è solo questo. Se fosse valida la prima ipotesi a lui andrebbe tutta la mia stima, se invece prevalesse la seconda non muterebbe il mio pensiero sulla sua persona. Una figura discutibile, finto riformatore come le sue formali e inutili scuse al mondo per la pedofilia nella chiesa. Da premettere sono laico, la mia fragile fede la riserbo esclusivamente per il mio intimo, di conseguenza tutto ciò ha solo una rilevanza storica.
Sono fermamente convinto, nessuno rivelerà gli scomodi segreti, almeno nell’immediato futuro.
Sul piccolo schermo le notizie si susseguono negando spazio alla mia lettura, le continuo a guardare. La politica, in onda il tormentone sulle elezioni. Si doveva capire chi avrebbe governato, invece né scaturito uno scenario kafkiano di totale confusione. Le ha “vinte”, se così si può dire la coalizione di centro sinistra, purtroppo per il paese non c’è la necessaria maggioranza al senato, alla camera invece sì, questo significa ingovernabilità. Il leader è il floscio Bersani l’uomo dei giaguari, delle bambole non pettinate, favorito al giovane e rampante, Matteo Renzi, attuale sindaco di Firenze. A detta di molti se ci fosse stato quest’ultimo l’alleanza di centro sinistra avrebbe stravinto. Il tempo dei se è finito, riservato solo ai perdenti e gli inconcludenti. Ora il “buon” Bersani ha l’incombenza di formare un governo; mission impossible. Monti, presidente del consiglio uscente non ha sfondato, anzi ha totalmente fallito, gli italiani hanno bocciato la politica di lacrime e sangue attuata dal suo governo tecnico. Il caimano sembrava spacciato invece con una campagna elettorale alla sua maniera è riuscito in una rimonta sorprendente, non è bastata per vincere. Il nano ha sette vite come i gatti, spara cazzate a raffica e milioni di elettori ancora gli credono. Beati loro. La vera novità di questa tornata elettorale è Beppe Grillo, il comico genovese e il suo movimento a Cinque Stelle con le sue arringhe scoppiettanti ha conquistato le masse, vulcanico e strafotente nell’argomentare, cavalcando l’insoddisfazione e la rassegnazione di un popolo oramai stremato ha guadagnato giorno dopo giorno consensi, riempito le piazze, fino ad avere un successo elettorale di enormi proporzioni. Il suo motto, “fuori tutti” riferito ai vecchi mestieranti della politica ha funzionato portando i Cinque Stelle oltre il venticinque per cento dei consensi. A me Grillo non piace, penso dietro ai suoi discorsi rivoluzionari e populisti si nasconda qualcosa di losco. Spero di sbagliarmi. Rimango preoccupato perché nessuno di questi signori discute seriamente sul problema lavoro. Giocano, litigano, s’increspano sulle riforme, assolutamente necessarie, altresì s’infervorano come abbassare i costi della politica, sacrosanto anche questo. Nessuno però affronta in maniera decisa come arginare la fuga delle industrie verso siti più convenienti e il preoccupante agonizzare della piccola e media impresa. In pochi concetti, garantire il diritto primario per la sopravvivenza di ogni cittadino. Non dimentichiamoci un punto fondamentale della democrazia, l’articolo uno della nostra costituzione; “L’Italia è una Repubblica fondata sul LAVORO.
Mentre cerebralmente gioco a scacchi divagando tra nugoli di pensieri, mi viene servito il pranzo. Inizio a mangiare continuando nel viaggio introspettivo. Ricordo quando giovanissimo, decisi di smettere con la scuola, ero indolente, non avevo nessuna voglia di studiare avevo solo sedici anni. I miei anche se con sommo dispiacere rispettarono la decisione. Mia madre si limitò nel dirmi: Non hai voluto studiare, va bene, certo mi dispiace, soprattutto per te, a me sarebbe piaciuto se avessi preso un”pezzo di carta” il diploma, lei lo definiva così, è andata, pazienza. Adesso non hai altra possibilità devi andare a lavorare; hai due opportunità; la prima un posto da idraulico, la seconda il cameriere, scegli tu, io sarei per la prima. La guardai e con piglio deciso con sua buona pace, scelsi la seconda. Non avevo ben definito cosa volessi fare da grande, sapevo quello che non volevo fare, sicuro non intendevo sporcarmi le mani.
A distanza di anni posso affermare è uno dei miei pochi obiettivi centrati.
Il giorno dopo ero all’Osteria Dei Poeti, più noto come “Da Pierì.”
Pierino il titolare era in cucina, Gina sua moglie parlandogli a bassa voce e con riserbo gli disse: “Questo è il nuovo cameriere.” Lui non mi degnò neanche uno sguardo, sconvolto tra le braci dei suoi arrosti si limitò solo a un lieve movimento del capo. Quattordici ore al giorno, cento coperti a pranzo, operai e rappresentanti, altrettanti coperti a cena, quasi tutti militari. Tutto questo lo dividevo con Mimmo il mio collega; un bravo ragazzo, non l’ho più visto.
Li iniziai a districarmi tra i meccanismi basilari e le necessarie controindicazioni per campare. Ho dovuto fronteggiare situazioni assurde, ho avuto a che fare con personaggi di tutti i tipi, fatto conoscenze importanti, una su tutte quella che ha modificato il mio futuro. Li ho conosciuto Doriana, con lei ho scoperto il sesso, l’estasi della prima volta. Le prime sigarette, le prime sbornie, le tante litigate con Pierì, dai miei occhi ancora bambini spesso scorrevano lacrime a fiumi. Per fortuna c’era Gina, dolce e affettuosa, aveva sempre la parola giusta, sapere lei ci fosse, per me era di grande conforto. Pierì non era un cattivo uomo, tutt’altro, ma aveva un carattere del cazzo: Definirlo instabile era dire poco.
Quel posto essendo molto simile a un porto di mare tanto era frequentato fu una vera e propria scuola di vita, le materie e i professori variavano, io dovevo solamente avere le capacità di afferrare gli insegnamenti utili e in pochi attimi estrapolare il buono dal cattivo.
Un fastidioso mal testa si è materializzato: Strani presentimenti m’infondono improvvisi impulsi negativi. Stravolto dai ricordi e pregno di riflessioni ho terminato senza quasi accorgermene il pranzo, chiedo un caffè e subito il conto. La procace bionda mi da l’arrivederci con il solito sorriso formale e coinciso. Esco, sono fuori, piove.
Un trillo, no… lo squillo sbagliato, cazzo me lo sentivo. Rispondo, rigide le parole, fredde come il marmo…”alle quindici devi essere all’aeroporto di Falconara, hai un volo alle sedici, altre istruzioni seguiranno. Clik. Guardo l’ orologio, sono già le quattordici e trenta, è vero l’ aeroporto è vicino comunque devo sbrigarmi. La pioggia si è trasformata, gocce dure come sassi bastonano la mia frastornata testa, entro in auto e sparo al cielo un poderoso Dio che va a fracassarsi contro il tettino. Penso ad alta voce quasi urlo:
-Balle sempre balle! Adesso devo trovare delle scuse con la ditta, anche per Romina, quali? Le solite coliche? Oppure spengo il telefono, poi dirò si era rotto No, non posso spegnere il telefono: Ci penso.
Che palle… maledetto me, maledetto quel giorno.-
Incazzato nero volsi in direzione dell’aeroporto.

Commenti su: "Non volevo sporcarmi le mani – primo episodio- riflessioni" (23)

  1. mi lasci con l ‘ansia di cosa segue 🙂
    un abbraccio

  2. Vista la parentesi che hai messo nel racconto, non credo che con Renzi il PD avrebbe vinto, almeno un voto in meno lo avrebbe ricevuto, indovina quale 🙂

  3. Rebecca ha detto:

    Buona giorna caro Nazzareno… ti abbraccio Pif

  4. giannasandra ha detto:

    Bellissimo racconto caro Naz… l’ho letto tutto d’un fiato…
    aspetto il seguito…
    Io sto bene grazie … ho avuto problemi con la connessione….
    ti auguro una bella e serena giornata… qui piove anche oggi.. uffa…
    un sorriso e un abbraccio con affetto!!!!

  5. Karmel ha detto:

    Alcuni giorni asíquerido amico, e quando meno te lo aspetti accade.
    La tua storia è meravigliosa, nonostante la difficoltà della traduzione, sono chiare circa le vostre abilità accoppiati scrittore.

    C’è un proverbio castigliano che dice … “Non fidarti, né tuo padre” … difficile? Veerdad?

    Perdonami se mi mancano i tuoi appuntamenti, mi manca il tempo e non posso arrivare a tutti i miei amici.

    Baci Nazza voleva.

  6. liù ha detto:

    Come te ,ormai non mi fido più di nessuno! Ho votato grillo ma non so se ho fatto bene ,ho scelto il meno peggio perchè ancora non lo conosciamo,poi staremo a vedere e da quel che stiamo intravvedendo la situazione non è per niente incoraggiante!
    un caro saluto Nazz
    liù

    • Specialmente di chi ritenevi … persona a te amica.
      Bruce

      • liù ha detto:

        Se ti riferisci al truffatore che ho difeso quando non sapevo chi era ,ti dico solo che io faccio le cose sempre in buona fede!
        La mia amica l’ho recuperata perchè ho capito che in tante frasi ero io a sbagliare e non mi vergogno a chiedere scusa se so di aver avuto torto!
        Sbagliare è umano,perseverare è diabolico.
        liù

  7. Insomma ti trattano bene.
    e … non correre troppo, tanto partono sempre in ritardo. 😆
    Bruce

  8. ciao…lettura senza pause, bello, ho letto il libro di Gramellini “Fai bei sogni” e non mi ha entusiasmato tantissimo, non quanto l’altro di Gramellini “L’ultima riga delle favole”…in fondo credo che anche i libri parlino ad ognuno una lingua diversa, dipende da quello che abbiamo dentro di noi o da quello che cerchiamo.
    Dubbi e paure sulla situazione politica, sociale, economica e anche religiosa, non ci facciamo mancare nulla, attuale condivisibili…incertezza e paura…

    buon pomeriggio
    lella

    p.s.
    grazie epr il tuo passaggio nel mio blog 🙂

  9. …aspettiamo sempre con ansia il seguito… 🙂
    Un abbraccio
    Loredana

  10. ora, non lasciarci troppo sulle spine 😀
    bacioni 😀

  11. resto in attesa….del seguito……notte Naz

  12. Grazie Nazzareno, sei sempre bravo
    Hai ragione quando dici di non fidarti di nessuno…Soprattutto di questo Popolo che ancora persevera in certi Errori

    Lieta giornata
    Sentimental

  13. ti lascio alle notti insonni ,dove cerchi la verità scrvendo, dove condividi una parte di te con il mondo, la più nascosta ,la più segreta…………………………………….

  14. Personaggio che già si preannuncia cerebrale e tormentato e che perciò stimola molto la mia curiosità. Ciao sempre bravissimo Nazz, buon weekend ♥

  15. Spettacoloso “flusso di coscienza”!
    Per quanto riguarda la parte politica, Grillo rappresenta solo la protesta, Bersani in realtà ha perso e Berlusconi ha sette vite 😦
    O Renzi, o torneremo a votare.
    Un caro saluto!

  16. Buona Domenica A voi Tutti .

  17. prima parte; questo racconto lo seguirò perchè mi hai incuriosita. Hai inoltre fatto una fotografia del contemporaneo parecchio fedele e che rispecchia molti nostri pensieri, incertezze comprese.
    Su Gramellini concordo con Lella: letti entrambi i libri con entusiasmi alterni.
    Ciao e buon pomeriggio.

  18. A me “Fai bei sogni” è piaciuto, come è piaciuta la tua riflessione, puntuale e vera.

    Siam messi male ma un filo di speranza ci è stato dato dall’elezione del Papa e dei nuovi Presidenti delle Camere. Speriamo che il rinnovamento che si intravede sia condiviso e supportato da tutti (sia nella Chiesa, che al governo) altrimenti non andremo da nessuna parte.

    Davvero molto interessante il tuo racconto (a dire il vero pensavo parlassi di te), attendo seguito.
    🙂
    Buona settimana, ciao
    Ondina

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